Ricerca finalizzata e scompenso cardiaco

La Medicina ad Indirizzo Fisiopatologico del Sacco ha vinto un bando per la ricerca finalizzata per un trial promosso dalla Cardiologia dello Istituto Scientifico di Montescano di Pavia con la partecipazione della Medicina Interna del Policlinico dal titolo ”Effects of transcutaneous vagus nerve stimulation in heart failure patients with moderately reduced or preserved left ventricular function”.
Ne abbiamo parlato con Chiara Beatrice Cogliati – responsabile Medicina ad Indirizzo Fisiopatologico Sacco.
Quali sono gli obiettivi dello studio?
Lo studio si propone di valutare l’effetto della stimolazione vagale eseguita in modo non invasivo con un apparecchio trans-auricolare in pazienti affetti da scompenso cardiaco.
Lo scompenso cardiaco è caratterizzato da una disregolazione autonomica con iperattività-simpatica già dalle prime fasi di malattia che conduce sino ad una vera e propria denervazione autonomica del cuore nelle fasi avanzate.
Il trattamento di tale cronica iperstimolazione adrenergica è il razionale del trattamento betabloccante, approccio farmacologico di prassi e di prima scelta nello scompenso cardiaco che determina una riduzione della morbidità e mortalità nei pazienti affetti da tale patologia.
La stimolazione vagale potrebbe avere un impatto benefico nel contro-bilanciare l’iperattività simpatica del paziente con scompenso cardiaco. Studi pre-clinici sulla stimolazione vagale nello scompenso cardiaco avevano mostrato risultati positivi. Tali risultati non sono stati però confermati da due trial clinici che hanno previsto l’impianto invasivo di uno stimolatore vagale a livello del collo, per la stimolazione del vago cervicale di destra.
La invasività della procedura e gli effetti collaterali legati alla stimolazione (dolore al collo, tosse, alterazione della voce) impediscono l’esecuzione di studi successivi atti a verificare il motivo di tali discrepanze tra i risultati ottenuti
La stimolazione vagale non-invasiva mediante uno stimolatore transcutaneo applicato a livello del padiglione auricolare (innervato dal vago), offre la possibilità di rivalutare le discrepanze riscontrate negli studi precedenti. Tale tipo di stimolazione avviene soltanto sulle fibre afferenti e quindi offre una modalità di stimolazione più selettiva in grado di eliminare gli effetti collaterali dovuti alla stimolazione diretta delle fibre efferenti vagali. La fattibilità della stimolazione vagale transcutanea è sostenuta da una consolidata esperienza clinica nei pazienti con epilessia refrattaria ai farmaci e depressione maggiore.
Come si svolgerà lo studio?
Lo studio in pazienti con scompenso cardiaco verrà preceduto da una fase preliminare condotta su soggetti normali allo scopo di individuare la modalità di stimolazione più efficace, valutando quindi la frequenza di stimolazione che si accompagna ad un miglior risultato in termini di riduzione di frequenza cardiaca. Dopo questa prima fase la metodica verrà testata sui soggetti con scompenso cardiaco non avanzato quindi senza dispnea o con dispnea per sforzi moderati e con una funzione ventricolare sinistra non gravemente compromessa.
Occorrerà poi valutare se questi pazienti dopo la stimolazione vagale auricolare presenteranno una modifica dei parametri di attività del sistema nervoso autonomo; per fare questo verranno analizzate con tecniche computerizzate i segnali di elettrocardiogramma e di pressione arteriosa misurata in modo continuo, verranno dosati alcuni biomarkers di modulazione autonomica ed in un sottogruppo di pazienti verrà anche registrata direttamente l’attività simpatica periferica (tecniche di registrazione microneurografica a livello del nervo peroneale).
Dopo 6 mesi verranno valutati anche dei parametri di performance, di qualità della vita attraverso il test del cammino (per vedere quanto il paziente può camminare prima che insorga la dispnea) e un ecocardiogramma che valuterà altre modificazioni morfologiche a livello cardiaco.