Retinopatia nei bambini prematuri: ce ne parla Gianluca Lista

Che cos’è la Retinopatia?
La Retinopatia è una malattia che colpisce la retina dell’occhio, alterandone il corretto funzionamento e provocando un peggioramento della visione.
La Retinopatia possiede cinque diversi gradi, stabiliti in base allo stato della proliferazione vascolare. Quando la malattia passa dal secondo al terzo grado è necessario intervenire con la laserterapia.
Perché questa malattia si sviluppa nei bambini prematuri?
Tra gli organi immaturi che non riescono a svilupparsi del tutto prima della 32esima settimana di età gestazionale c’è anche la retina. I neonati più fragili rischiano un arresto dello sviluppo a cui può seguire in alcuni casi una proliferazione vascolare disordinata, caratterizzata da emorragie, che porta al distacco della retina e, purtroppo, in alcuni casi anche alla cecità.
Quali sono i dati?
Ogni anno in Italia si assiste a circa 500.000 nascite, di cui circa 3500 al Buzzi. Il numero di neonati ricoverati presso il reparto di Neonatologia, Patologia e Terapia Intensiva Neonatale è di circa 400 l’anno, di cui circa 60 pesano meno di mezzo chilo. Il 70-80% dei bambini che nascono al di sotto della 27esima settimana gestazionale sviluppano la Retinopatia.
Che cos’è la Retcam?
La Retcam, associata all’esame di Fluorangiografia, permette di individuare in maniera precisa la Retinopatia, fotografando la zona che sarà poi soggetta ad intervento chirurgico.
Attualmente lo strumento utilizzato in reparto per osservare la retina è l’oftalmoscopio. Questo strumento permette, attraverso una grossa lente, di valutare il grado di Retinopatia. Tuttavia, l’oftalmoscopio non permette l’utilizzo contemporaneo da parte di più osservatori, così come non consente di fissare l’immagine per poter conservare una documentazione precisa.
Ciò è invece consentito dalla Retcam, macchinario che visualizza meglio e con più precisione l’estensione della Retinopatia, conservando la documentazione necessaria. La laserterapia effettuata in seguito all’esame con la Retcam è meno invasiva, perché colpisce solo il punto preciso interessato dalla Retinopatia, limitando così il danno biologico.