Plasticità neurale nei pazienti affetti da schizofrenia

La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave che si accompagna a deficit delle abilità cognitive e delle abilità sociali che influiscono significativamente sulla qualità di vita dei pazienti.
"Neural plasticity in schizophrenia: an integrated approach for rehabilitation by means of TMS and cognitive remediation training”, finanziato dal Ministero della Salute con un contributo di 220.000 euro e selezionato nella categoria Giovani Ricercatori, è stato presentato dalla dott.ssa Sara Torriero – psicoterapeuta al Fatebenefratelli nella struttura diretta dal Prof. Claudio Mencacci.
Ne abbiamo intervistato la Dott.ssa Sara Torriero, per sapere di più sulla Plasticità neurale nei pazienti affetti da schizofrenia.
Quale obiettivo ha il progetto?
L’idea di questo progetto di ricerca è proporre un approccio terapeutico innovativo tramite l’uso della Stimolazione Magnetica Transcranica, la TMS, in un’ottica di integrazione con i training di riabilitazione cognitiva. L’obiettivo è capire se si possono migliorare le abilità cognitive e le abilità di social cognition nei pazienti affetti da schizofrenia.
Che cos’è la TMS?
La Stimolazione Magnetica Transcranica è una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva, che si basa sui principi dell’induzione elettromagnetica. La stimolazione viene applicata attraverso uno strumento chiamato coil (bobina) che si poggia sullo scalpo del paziente in corrispondenza della regione della corteccia cerebrale che si desidera stimolare. Nel coil passa della corrente elettrica alternata che genera un campo magnetico; quest'ultimo passa attraverso lo scalpo e raggiunge la corteccia cerebrale generando una corrente elettrica secondaria in modo pressoché indolore. In questo modo è possibile modulare la connettività neuronale, agendo sui meccanismi di eccitazione / inibizione che ci sono tra le cellule nervose. Attraverso impulsi magnetici applicati su aree cerebrali di interesse si può agire sui meccanismi di plasticità cerebrale a lungo termine, e sfruttare la capacità del cervello di modificarsi per riuscire ad apprendere e a mettere in atto alcuni comportamenti, dai più semplici ai più complessi.
Come verrà condotto lo studio?
Ci saranno due gruppi sperimentali. Al primo verrà applicata la stimolazione per tre settimane consecutive, al secondo alla stimolazione sarà abbinato anche un training cognitivo computerizzato. All’interno di ciascun gruppo, la metà dei pazienti riceveranno una falsa stimolazione per consentire un confronto di efficacia. E’ previsto poi un follow-up fino a 12 mesi.
L’obiettivo è cercare di capire se la stimolazione di per sè e/o la stimolazione unita a training possano dimostrarsi efficaci strumenti per la riabilitazione.