burger mobile
logo
Sede Legale ASST Fatebenefratelli Sacco
Via G.B Grassi, 74 . 20157 - Milano | CF e PI:09319690963
IBAN: IT04W0306901603100000046207
protocollo.generale@pec.asst-fbf-sacco.it

Bullismo: che cos'è e come affrontarlo

- © 2025 Asst Fatebenefratelli Sacco
12/10/2017

Parliamo di bullismo con Luca Bernardo, direttore Casa Pediatrica ASST FBF SACCO

Che cos’è il bullismo?

Il bullismo è un atto di violenza fisica o morale volontaria messa in atto da un individuo (bullo) con lo scopo di prevaricare e danneggiare una vittima (bullizzato).

Perché un atto di bullismo possa essere definito tale, deve avere una persistenza nel tempo e quindi essere ripetuto più volte ai danni di uno stesso soggetto o gruppo di persone.

Negli ultimi anni il fenomeno del bullismo ha subito un forte incremento (il 53% dei ragazzi almeno una volta ha subito atti di violenza) fino a diventare una vera e propria emergenza sociale. Perciò è importante parlarne, farlo conoscere e riflettere sulle possibili soluzioni da adottare per contrastarlo in modo deciso, con l'aiuto di esperti del fenomeno.

 

Come si riesce ad interpretare il segnale del disagio quando non è manifesto?

Per interpretare il malessere di un ragazzo si possono osservare gli atteggiamenti che questi ha durante le normali attività quotidiane, per esempio il comportamento in classe o all’interno della famiglia. E’ importante prestare attenzione ai cambiamenti che i ragazzi possono iniziare a manifestare, che a volte vengono sottovalutati.

Spesso un adolescente con un problema si chiude in se stesso, tende ad evitare luoghi di ritrovo, come feste e centri sportivi.

Genitori ed insegnanti hanno un compito fondamentale nell’individuare tempestivamente il giovane con problemi e nel contrastare fenomeni come il bullismo, ma anche i coetanei devono imparare ad osservare i loro pari e segnalare agli adulti comportamenti che appaiono come strani e anomali, così che persone competenti possano intervenire opportunamente. Gli spettatori, hanno un ruolo fondamentale, non solo per agire in maniera più tempestiva, aiutando i loro coetanei, ma anche per non essere a loro volta “vittime passive” di azioni crudeli e aggressive.

 

Quali sono le possibili conseguenze per le vittime di bullismo?

Sul piano sociale: scarsa autostima, insicurezza, dipendenza dagli altri, introversione. Sul piano emotivo: disturbi psicosomatici (come per esempio mal di pancia o mal di testa) e disturbi del sonno. Forme di ansia e depressione non vanno sottovalutate, spesso sono associate ad un ritiro dalle relazioni. Altre possibili conseguenze si potrebbero riscontrare nel rendimento scolastico e in disturbi psichiatrici di vario tipo fino ad arrivare ad idee suicidarie.

 

Perché il fenomeno del bullismo sta crescendo?

L’aggravarsi della situazione può risiedere in diversi fattori: la società che sta cambiando, la mancanza di modelli di riferimento per i giovani, l’assenza di un’alleanza tra scuola e famiglia e l’emergere di nuove forme di bullismo, sempre più diffuse tra i giovani, come quella del Cyberbullismo, derivanti da un uso scorretto del web e dei social networks.

 

Cosa s’intende per Cyberbullismo?

Il Cyberbullismo è un fenomeno sempre più diffuso tra i giovani che utilizzano dispositivi elettronici in modo improprio, con lo scopo di danneggiare i coetanei, nascondendosi dietro una schermata e agendo in modo spesso anonimo attraverso posta elettronica, blog, social network, messaggistica istantanea e di testo. Il bullismo elettronico non è da sottovalutare ma piuttosto da temere e combattere perché consente al bullo di avere maggiore visibilità, e quindi le azioni che compie assumono maggiore visibilità. Inoltre, la non percezione e l’alterazione spazio-tempo tendono ad aggravare le azioni violente e aggressive. La vittima di conseguenza è resa tale in modo pubblico e plateale.

 

Oltre al Cyberbullismo esistono anche altre forme di bullismo?

Esistono diverse forme di bullismo, il più comune è quello maschile ed è possibile suddividerlo in: bullismo diretto caratterizzato da attacchi diretti alla vittima di tipo fisico o verbale, e bullismo indiretto che è volto a danneggiare il bullizzato nelle relazioni sociali. Esiste poi un tipo di bullismo tipicamente femminile, più psicologico, subdolo, volto a creare la solitudine intorno alla vittima, questa tipologia è meno evidente di quella maschile ma proprio per questo più infido e difficile da individuare. Esiste, inoltre, il bullismo tra fratelli, con le stesse caratteristiche del bullismo classico, da non confonderlo con le tipiche e se vogliamo normali dinamiche relazionali tra fratelli dove, a volte, emerge la gelosia. Le altre forme di bullismo ricalcano la fotografia della società di oggi: bullismo omofobico, bullismo sessuale, ecc.

 

Cosa si è fatto fin ora per cercare di combattere il fenomeno?

A livello legislativo il 18 giugno scorso è entrata in vigore la legge “29 Maggio 2017, N°71, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del Cyberbullismo.

Invece, dal punto di vista clinico e psicologico esistono terapie che mirano a recuperare bulli e bullizzati attraverso un percorso che punta a far comprendere come gestire in modo corretto le emozioni. È preferibile intraprendere una strada di tipo psicologico e rieducativo per aiutare questi ragazzi. Per esempio la Casa Pediatrica dell’ASST Fatebenefratelli Sacco con il Centro Nazionale sul Disagio Adolescenziale offre la possibilità a bulli e vittime di intraprendere un percorso psicologico della durata di circa 6/12 mesi che prevede, oltre la presa in carico da un punto di vista psichico sia per i minori sia per le famiglie, l’affiancamento di percorsi in parallelo di attività di vario tipo (pittura, musica, corsi di autodifesa), che hanno lo scopo di insegnare ai ragazzi a stare insieme, a confrontarsi e a parlare.

Anche la scuola gioca un ruolo fondamentale nell’inserimento e nell’educazione dei ragazzi a livello sociale. È tra i banchi, infatti, che l’individuo impara la solidarietà e la condivisione.

Tuttavia, arginare questo fenomeno sta diventando sempre più difficile poiché non avviene più soltanto nelle scuole, dove c’è sempre una supervisione da parte degli adulti, ma la maggior parte delle volte si svolge in spazi virtuali, nei quali non sempre è possibile controllare i minori, perciò è fondamentale l’esistenza di leggi volte al controllo del bullismo.

Ci sono differenze tra il percorso del bullo e quello della vittima?

L’unica differenza sta in quello che l’individuo deve imparare a gestire: il bullo avrà il compito d'imparare a controllare la rabbia e a rispettare gli altri, mentre il percorso del bullizzato mira a superare le offese subite. Presso il Centro Nazionale della Casa Pediatrica il lavoro con il bullo prevede una serie di azioni volte a far prendere coscienza ai ragazzi delle loro azioni. Si lavora con quello che per i bulli è la parte più difficile e cioè entrare in contatto con le loro emozioni. Con le vittime il lavoro in una prima fase è volto alla ripresa dell’autostima. Successivamente ci si sofferma sulla ricostruzione di una fiducia sia verso i coetanei sia verso gli adulti. In entrambe le situazioni, la famiglia in primis, e i contesti in cui vivono i ragazzi, diventano parte fondamentale di tutto il percorso.

 

 

Attenzione: orari Pronto Soccorso Oftalmico  +