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Al Sacco interventi di Protesi Bilaterale

- © 2025 Asst Fatebenefratelli Sacco
13/10/2017

L’aumento dell’età media, l’aumento dei costi, il miglioramento delle tecniche e della tipologia di protesi, hanno portato negli anni allo sviluppo di nuove tecniche operatorie. Una di queste è la protesi bilaterale contemporanea, sempre più presente in ambito clinico.

Ne abbiamo parlato con Alfonso Manzotti, Direttore Ortopedia e Traumatologia del Sacco.

 

Cosa si intende per intervento di protesi bilaterale contemporanea?

L’intervento di protesi bilaterale consiste nell’impianto di due protesi, durante una sola seduta, nello stesso paziente.

Tale intervento è reso possibile grazie a nuove tecniche come l’accesso anteriore nell'anca (via che non taglia i muscoli), e all'utilizzo della metodica "paziente specifico" ovvero tramite una tac pre-operatoria si fa costruire, con stampa 3D, una maschera su misura per il paziente, ricostruendo l’anatomia del ginocchio. Questo rende le perdite ematiche molto ridotte riducendo anche i tempi chirurgici.

 

Quali rischi e quali vantaggi comporta un'operazione di questo tipo?

È un’operazione non attuabile su ogni tipologia di paziente, ma quando le condizioni del soggetto lo permettono, consente una concreta possibilità di risparmio sotto un duplice aspetto: per il sistema sanitario, diminuendo i costi di degenza e riabilitazione; per il paziente, offrendo tempi di recupero più brevi.

 

Quali sono stati gli esiti delle operazioni bilaterali effettuate al Sacco?

Gli esiti delle due operazioni svolte fin ora sono stati positivi.

Il nostro primo intervento bilaterale è stato fatto al ginocchio di una paziente di 40 anni, affetta da artrite reumatoide, utilizzando una tecnica paziente specifico.

La seconda operazione è stata effettuata all’anca di un nostro paziente di cinquantasei anni, con procedura mini-invasiva chiamata procedura Anteriore (paziente supino) in via intermuscolare, ovvero passando attraverso i muscoli.

Qual è la tipologia di paziente più adatta per sottoporsi a questo tipo di operazione?

I soggetti anziani (sopra i sessantacinque anni) non sono il soggetto ideale, perché presentano comorbidità e complicanze associate.

Al contrario soggetti idonei possono essere pazienti giovani e sportivi, che praticano sport a livello agonistico, che probabilmente hanno già subito altri interventi ma che hanno deteriorato ulteriormente i tessuti continuando ad allenarsi/gareggiare.

 

Vi sono difficoltà di tipo riabilitativo?

Apparentemente la riabilitazione è più difficile, in realtà le difficoltà sono perlopiù di tipo “psicologico”. Un’operazione di anca o ginocchio permette una ripresa del paziente in uno o due giorni. Se il soggetto è motivato e ha un supporto familiare o fisioterapico può addirittura fare riabilitazione domiciliare. Per esempio, entrambi i nostri pazienti sono stati dimessi senza passare dal ricovero della nostra riabilitazione.


 

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