Adolescenti e mezzi tecnologici: una vera e propria dipendenza da internet

Adolescenti sempre sotto stimolo. il 3,7 % degli adolescenti ha un uso problematico dei mezzi tecnologici.
L’impatto che lo sviluppo delle tecnologie, l'utilizzo della rete, degli smartphone e il loro utilizzo eccessivo possono avere in periodi sensibili dello sviluppo cerebrale come il periodo adolescenziale non sono ancora pienamente valutabili. Questo il tema della conferenza stampa che si è tenuta il 20 febbraio al Fatebenfratelli.
Secondo Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze della nostra ASST, gli adolescenti di oggi sono stati correttamente definiti “nativi digitali”. Questa terminologia sottolinea che l’adolescente di oggi vive il proprio sviluppo identitario in un mondo in cui uno degli aspetti centrali è rappresentato dalla tecnologia. Diviene quindi fondamentale cercare di comprendere quale possa essere l’effetto di questi strumenti nel percorso di modellazione cerebrale adolescenziale.
L’utilizzo della tecnologia è ormai ubiquitario negli adolescenti italiani. I dati ISTAT segnalano che quasi il 95% dei ragazzi tra i 14 e 19 anni utilizza internet. Gli studi internazionali segnalano che l’utilizzo della tecnologia può diventare problematico in una percentuale compresa tra l’1 e il 4% circa di questi ragazzi (in Italia sono stimati in 300 mila tra i 12 e i 25 anni) quelli con dipendenza da internet.
Ragazzi che sviluppano una vera e propria dipendenza da internet o dal gaming o dai social network, possono farlo a discapito anche della propria vita reale, scolastica e di relazione rischiando di isolarsi e “perdere il treno” della propria adolescenza ovvero di un periodo fondamentale nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali.
Giovanni Migliarese responsabile del Centro ADHD Adulti della nostra ASST ha ricordato, come segnalato da diversi studi, che bisogna tenere alta la guardia negli anni dell’adolescenza che risulta un periodo di fondamentale transizione neuro-biologica oltre che psicologica.
In questi anni infatti il cervello si modella, si definiscono le reti di connessione neurale, permettendo all’individuo di acquisire competenze cognitive, relazionali e affettive, che rimarranno sostanzialmente stabili nel resto della vita.
La tecnologia spinge verso l’implementazione di modalità attentive differenti. Abbiamo necessità di maggior flessibilità e rapidità. Diversi studi segnalano come vi sia una maggior tendenza al multi-tasking, che favorisce un’attenzione maggiormente diffusa ma comporta una tendenza al peggioramento delle performance.
Anche la sola presenza di un device potenzialmente attivo è collegata ad un allungamento dei tempi di completamento di un compito, in quanto si verifica uno stato di allerta che ci porta a controllare il telefono più volte anche in assenza di reali segnali.
Anche la memoria è influenzata dallo sviluppo tecnologico. La memoria viene esternalizzata: demandiamo al cellullare o ad internet la conservazione di un numero sempre maggiore di informazioni, creando mappe mentali differenti che ci servono per recuperarle. “Non so cosa, ma come”.
Vi sono oggetti e applicazioni per ricordarsi di ogni cosa, non solo i numeri di telefono, ma la posizione dove abbiamo parcheggiato, o dove abbiamo lasciato le chiavi della macchina.
Conclude Migliarese:
“La tecnologia permette enormi vantaggi sul versante dell’acquisizione delle conoscenze, specialmente di conoscenze settoriali e tecniche, mentre rischia di non aiutare nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali.
L’aspetto centrale dell’adolescenza, che potremmo anche definire come l’età delle scelte, risulta proprio quella di non lasciare irrisolte problematiche emotive, relazionali e affettive. È quindi centrale la necessità di prestare attenzione ai ragazzi che mostrano un pattern problematico di utilizzo di questi mezzi“.